Negli ultimi anni ha preso piede in modo incontrollabile la teoria secondo cui ci sarebbe una correlazione tra somministrazione dei vaccini e disturbi dello spettro Autistico. Da tempo ritenevo opportuno scrivere un articolo su questo argomento, data la quantità allarmante di teorie infondate che i social network, senza alcun criterio, tendono a condividere in modo virale. Non l’ho mai fatto perché speravo nel buon senso delle persone, buon senso che evidentemente sta venendo progressivamente a mancare considerando la quantità enorme di genitori che scelgono consapevolmente di non vaccinare i propri figli. Ho scelto oggi di scriverlo a seguito della trasmissione di Nicola Porro (Virus, su Rai2) andata in onda il 12 Maggio, trasmissione francamente vergognosa. Si parlava di disturbo Autistico e Vaccini, un argomento più che serio e riguardante la salute pubblica a livello globale. Ci si aspetterebbe, in un paese normale, che di questi argomenti disquisisca chi ne abbia la competenza e i titoli, ma siamo in Italia e se c’è una cosa che in questo paese non serve è proprio la competenza. Chi erano quindi gli ospiti della suddetta trasmissione? Il dott. Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia, Dottore di Ricerca in Scienze Microbiologiche e Specialista in Immunologia Clinica ed Allergologia del San Raffaele di Milano, Red Ronnie ed Eleonora Brigliadori… Sì, avete letto bene: due personaggi di spettacolo “famosi” o presunti tali, che magari nel loro lavoro saranno stati bravissimi (…) ma che in quanto a competenze medico-scientifiche ne sanno meno di zero. Qual è stato il contributo di questi due presunti tuttologi alla discussione? A parte sproloqui a sostegno dell’inutilità dei vaccini, sostegno basato su teorie deliranti al limite della stregoneria senza nessun tipo di fondamento scientifico o medico, assolutamente zero.

Il contributo di Burioni, che da medico e scienziato era lì per sostenere senza alcun tipo di dubbio che i vaccini sono necessari, senza “Se” e senza “Ma”, è stato messo sullo stesso livello di quello di due personaggi privi di qualunque competenza o preparazione medico/scientifica, che non hanno fatto altro che dire idiozie a profusione: un’accozzaglia di affermazioni in malafede, teorie complottistiche deliranti, senza né capo né coda. Non c’è stato alcun tipo di contraddittorio o confronto di pareri: c’era un medico competente e due persone che invece non avevano alcuna informazione scientifica sull’argomento di cui si discuteva.

Ma andiamo ai fatti.

Wakefield

(foto tratta da http://www.skepticalraptor.com)

La teoria di una correlazione tra vaccini ed autismo inizia nel 1998 dopo la pubblicazione di un articolo sulla rivista inglese The Lancet a firma di Andrew Jeremy Wakefield .

In questo articolo, Wakefield presentava dati sull’esistenza di una correlazione tra problemi intestinali, disturbi dello sviluppo che ricadevano nello spettro delle sindrome autistiche e fattori ambientali in alcuni dei bambini soggetti dello studio. Wakefield arrivò a sostenere in una serie di conferenze pubbliche che ci fosse una correlazione tra il vaccino trivalente MPR (anti morbillo, parotite e rosolia) e l’autismo, suggerendo che questo si sarebbe potuto evitare somministrando un singolo vaccino per ogni malattia (singolo vaccino che all’epoca non esisteva ancora).

Le conseguenze della condivisione pubblica di questi sedicenti risultati furono scellerate. L’Inghilterra vide un calo drastico delle vaccinazioni che causarono una epidemia di morbillo, con oltre mille contagiati e due decessi.

L’articolo aveva immediatamente suscitato diverse perplessità sin dalla sua pubblicazione: il campione dei bambini studiati era molto ridotto (solamente 12, tra cui a 8 era stato somministrato il vaccino), i test effettuati erano poco convincenti e le conclusioni del lavoro risultavano decisamente forzate. Quando quattro diversi laboratori scientifici non riuscirono a riprodurre i dati pubblicati da Wakefield, si decise di andare a fondo alla questione.

Si scoprì che dietro il lavoro di Wakefield c’era un mero interesse economico. Il dottore, infatti, non solo aveva brevettato un sistema di vaccinazioni singole, ma era stato abbondantemente finanziato da un avvocato che si occupava di cause contro lo stato per bambini autistici con presunti danni da vaccino. A sostegno di queste cause, l’avvocato aveva chiesto un presupposto scientifico che Wakefield aveva direttamente inventato.

Si ebbe conferma certa che Wakefield avesse consapevolmente falsificato i dati a sostegno delle sue ipotesi, dati che erano stati collezionati senza alcun tipo di criterio etico o scientifico, e che quindi non esisteva alcun tipo di correlazione tra autismo e vaccini. Come se non bastasse, i bambini testati non solo non avevano alcun tipo di problema intestinale, ma i sintomi dell’autismo erano iniziati prima della vaccinazione!

Lo stesso Wakefield, rendendosi conto di essere spinto troppo oltre, provò a salvare il salvabile, pubblicando uno studio che smentiva il suo precedente lavoro ma ormai la frode era stata scoperta. Il General Medical Council britannico stabilì che la ricerca di Wakefield non era attendibile e nel 2010 The Lancet ritrattò il lavoro (immagine da PubMed). Inoltre Wakefield fu radiato dall’ordine dei medici.

pubmed

(immagine da PubMed)

Tutto questo però non è bastato a chiarire che il legame tra Vaccini e Autismo sia inesistente. Ad oggi questa teoria, basata su una vera e propria frode scientifica, non solo ancora sopravvive, ma viene ulteriormente alimentata da personaggi in malafede che fomentano il dubbio insinuato nell’opinione pubblica. Un nuovo studio pubblicato a marzo 2013 sulla rivista The Journal of Pediatrics (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23545349), ribadisce il concetto, evidenziato anche da numerose altre pubblicazioni, che non esistono elementi che sostengano un nesso causale tra la somministrazione dei vaccini MPR e insorgenza del disturbo Autistico*.

La somministrazione di qualsiasi farmaco o preparato medico, inclusi i vaccini, non è scevra di rischi. Tuttavia, prima dell’immissione sul mercato di una vaccinazione, la comunità scientifica calcola attentamente il rapporto rischi/benefici. E’ chiaro che nel caso dei vaccini che prevengono malattie epidemiche quali il morbillo, la varicella, la poliomielite o la meningite (dalle conseguenze spesso mortali), il rapporto è decisamente a favore dei benefici. La scelta quindi di vaccinare i bambini è basata su anni di studi della comunità scientifica mondiale che è arrivata alla conclusione che il rischio di complicazioni a seguito della vaccinazione è infinitamente minore rispetto a quello a cui ci si espone se non ci si vaccina.

L’ipotesi di vaccinare i propri figli non dovrebbe quindi essere posta come scelta, ma come un vero e proprio dovere. Un bambino non vaccinato metterà fortemente a rischio la sua salute in primis e rappresenterà un grosso rischio anche per quella degli altri.

Occorre considerare che quando la copertura delle vaccinazioni scende al di sotto della soglia del 95%, si esce dalla curva di sicurezza e si apre la strada alle epidemie. La prova è che stanno tornando endemiche malattie quali il morbillo o la pertosse e negli ultimi diversi bambini sono morti per patologie che dovrebbero essere ormai sconfitte da tempo. Di conseguenza far passare il messaggio che si possa scegliere se vaccinare o meno un figlio valutando i pro ed i contro, è oltremodo pericoloso e comporta rischi enormi a livello di salute pubblica. Da questo tipo di considerazioni si giunge poi a teorie infondate basate su sedicenti complotti di lobby farmaceutiche o governi (rimando a tal proposito ad un interessantissimo articolo pubblicato dalla rivista Wired proprio su questo argomento: http://www.wired.it/scienza/medicina/2016/05/17/red-ronnie-risposta-vaccini/).

Bisognerebbe seguire l’esempio dell’Emilia Romagna, la prima regione italiana ad introdurre l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione dei bambini all’asilo nido.

Non voglio fare polemica sulla qualità odierna dei programmi della nostra televisione pubblica che meriterebbero più di una considerazione, ma è un dato di fatto che in tv dovrebbe essere sempre fornito un servizio valido ed informato, verificando anche che la preparazione degli ospiti su determinati argomenti, sia legata ad una conoscenza appresa sui libri e non a casaccio su Internet o per sentito dire.

La rete infatti, è uno straordinario strumento di divulgazione, ma lo è nel bene e nel male. Su Internet ormai si trova di tutto su qualsiasi argomento, ma raramente si hanno informazioni nel merito.

Trovo quindi gravissimo che un cittadino italiano (obbligato a pagare il canone) sia privato di un’informazione seria e credibile, soprattutto se in ambito medico e scientifico e quindi con ricadute enormi sulla salute pubblica. E allora a chiunque debba decidere se vaccinare o meno un bambino, suggerisco da scienziato e da cittadino informato di farlo sicuramente, malgrado i rischi. I bambini sono sotto la nostra responsabilità, abbiamo il dovere di proteggerli e tutelarli.

* Lo studio è stato effettuato su 256 bambini con disturbo dello spettro autistico e 752 bambini non autistici

Fonti:

Pubmed

http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/autismoVaccini2014.asp

Wikipedia