Presso l’Ahmanson-Lovelace Brain Mapping Center dell’Università di Los Angeles, California, un gruppo di ricercatori coordinato da Marco Iacoboni ha misurato le risposte cerebrali di soggetti che assistevano a spot pubblicitari. In un articolo pubblicato il 7 febbraio su Edge, Iacoboni scrive: “Spesso c’è una disconnessione tra ciò che la gente dice a proposito dei propri gusti e i veri motivi profondi che fanno sì che si desiderino e che piacciano determinate cose e persone. Con la fMRI [risonanza magnetica funzionale] si possono osservare le risposte cerebrali non filtrate, per misurare in che modo le pubblicità elicitano emozioni, inducono empatia e ispirano gusti e desideri. […] È abbastanza sorprendente la forte disconnessione osservabile tra quello che le persone dicono e quello che la loro attività cerebrale sembra suggerire. In alcuni casi, le persone hanno segnalato come coinvolgenti pubblicità che hanno elicitato risposte cerebrali molto deboli nelle aree emozionali e in quelle correlate alla gratificazione e all’empatia. […] Le persone intervistate tendono a dire quello che ci si aspetta da loro, ma il loro cervello sembra dire il contrario. Per esempio, i soggetti femminili possono assegnare punteggi molto bassi a pubblicità che usano attrici in ruoli sexy, ma i loro neuroni-specchio mostrano una discreta attività, che suggerisce una qualche forma di identificazione ed empatia. […] Nello spot in cui un uomo preistorico viene stritolato da un dinosauro, che è stato descritto come “divertente” da molti soggetti, si riscontra una forte attivazione dell’amigdala, che mostra la percezione di una minaccia.”
Federico Spanò, nato nel 1957, diplomato in pianoforte nel 1982, dal 1984 insegnante di Scuola Media, attualmente a Roma. Si occupa di informatica in vari ambiti e per varie applicazioni dal 1985. Dal 1994 ha sviluppato e gestito siti web. Dal 1997 al 2003 ha coordinato le attivita’ multimediali della scuola in cui lavora.