Sommario
L’origine del termine
Erano gli inizi degli anni ottanta ed a Couvet, un delizioso paesino della Svizzera francese situato nella Val de Travers, dove risiedeva Silvio Fanti, il fondatore della Micropsicoanalisi, più volte noi giovanissimi medici e psicologi che eravamo li a fare la nostra formazione psicoanalitica udimmo “il Dottore” parlare dell’avvento venturo della “sindrome paranoide universale”.
I nostri studi già ci permettevano di pesare l’enormità dell’affermazione. Fanti intendeva dire che l’umanità si sarebbe orientata verso una patologia di massa che avrebbe avuto come perno il meccanismo di difesa della Proiezione. Non nascondo che molti di noi, me compreso, la presero come una boutade.
La proiezione
Vediamo innanzitutto di cosa stiamo parlando in dettaglio. La proiezione è un meccanismo di difesa primario che agisce nelle menti di ognuno di noi che consiste nello spostare su un soggetto esterno, o una situazione esterna, qualità, sentimenti, desideri e persino degli “oggetti” che egli non riconosce o rifiuta in sé. Si “sputa” all’esterno tutto ciò che ci disturba e lo si recupera come persecuzione. Diciamo subito che chiunque di noi è un proiettivo e che spesso un esame di realtà ben fatto di una situazione di conflitto a volte ci fa recedere da un vissuto persecutorio: proverbiali sono i litigi nelle compagnie di amici, spesso scatenati da equivoci banali.
Fanti è purtroppo scomparso nell’anno 1997, ben prima dell’esplosione dei social media, un fenomeno che ha avuto ripercussioni epocali nello psichismo di massa.
Il ruolo esplosivo dei social media
In un articolo che pubblicai nel 2009, agli albori dell’esplosione del fenomeno, “La psicologia di Facebook”, avevo già messo in luce le dinamiche che poi sarebbero dilagate. Ma ancora non si erano manifestati due fenomeni evidenti: la manipolazione dell’informazione che i social perseguono ai fini della tutela del loro immenso potere finanziario (consiglio la rilettura del bellissimo articolo di Paolo Sordi e Domenico Fiormonte “Come controllare Internet in sei mosse: geopolitica dell’oro digitale” pubblicato su questa rivista) e l’esplosione incontrollata della violenza verbale che a stento, e spesso strumentalmente, l’algoritmo di tutela dei social riesce a contenere.
Quest’ultimo fenomeno è reso possibile dall’assenza della corporeità dell’interlocutore che fa venir meno le prudenze istintive legate all’animalità della risposta. In rete è presente da tempo questo eloquente filmato che viene usato efficacemente per descrivere il fenomeno.
Lo schermo ci ricorda la virtualità dell’interazione e l’aggressività non ha altro freno che l’integrità egoica dell’individuo.
Eclissi del Padre e narcisismo
In una mia conferenza recente, l’Eclissi del Padre, di cui potete vedere il video seguendo questo link, avevo già messo in luce il pericolo enorme di disgregazione cui la società sta andando rapidamente incontro in assenza della Legge interiorizzata che fino all’epoca del pre-sessantotto era incarnata, nel bene e nel male, dall’immagine del Padre. L’essere umano non viene strappato alla sinapsi materno-fetale per opera della penetrazione traumatica del terzo (il padre) e rimane incarcerato nel suo Narcisismo, sviluppando una sopravvalutazione del proprio sé e vissuti e condotte megalomaniche. L’epidemia da covid-19 ha avuto poi un effetto dirompente nella dinamica: l’abolizione sostanziale del rapporto de visu, l’isolamento, la solitudine cui milioni di persone sono state relegate ha avuto l’effetto di eliminare in modo sostanziale il ruolo di temperamento dell’attività proiettiva che il confronto di realtà comporta. La gente è come se si rapportasse ad uno schermo bianco su cui non fa che incessantemente proiettare i suoi fantasmi, le sue angosce, i suoi desideri.
Daniel Lysek mette bene in luce il fenomeno nel suo articolo “Coronavirus: risonanze psicosomatiche” (pubblicato in “Psicoanalisi e Scienza”, Aprile, 2020): “Ad esempio, su un terreno predisposto, le utili misure di protezione possono riecheggiare con un tabù del toccare finora quiescente e scatenare dei rituali ossessivi che contaminano tutta la vita del soggetto. È a ragion veduta che utilizzo una parola presa dall’infettivologia: si tratta, in effetti, di una sorta di “contaminazione” della mente da informazioni provenienti dal mondo esterno. Su un altro terreno, anch’esso predisposto, succede che l’angoscia provochi delle reazioni paranoidi, quindi vicine alla psicosi. Allora si proietta irrazionalmente la figura inconscia del cattivo su un oggetto esterno, non perché questo sia oggettivamente pericoloso ma solo perché ha la sfortuna di provocare una risonanza con un cattivo oggetto rimosso. Altrimenti detto, il rischio sanitario può provocare una regressione patologica a un modo arcaico, anacronistico, di rapporto con l’altro”.
La manipolazione virtuale
Il trionfo del virtuale, dell’effimero si può apprezzare anche nel modo in cui i mezzi di comunicazione di massa gestiscono l’attuale congiuntura dell’epidemia da Covid-19.
I cosiddetti esperti, spesso non medici o comunque persone lontane dalla clinica, possono indefessamente, senza alcuna perdita di credibilità, dire una cosa ed il suo esatto contrario a distanza di pochissimi giorni: tutto viene sdoganato, la coerenza non è richiesta, esiste solo l’hic et nunc, nessuna storia, nessuna anamnesi, nessuna evoluzione. Tutti siamo trascinati in un teatro virtuale che viene dato in pasto agli astanti in modo sensazionalistico: gli infetti (soggetti entrati in contatto con il virus) sono tutti arbitrariamente e strumentalmente trasformati in malati (oggi, 19 nov 2020 sono solo 4,1 i ricoverati rispetto agli infettati, mentre il 6 mar 2020 erano il 61% – dati ISS). 1
Conclusione
Ognuno di voi che legge avrà sicuramente visto comportamenti totalmente irrazionali: persone che circolano nella propria automobile da sole munite di mascherina al volante, come se il virus circolasse nell’aria e non avesse bisogno di veicoli biologici o supporti materiali per diffondersi. Il bollettino covid delle 18 in Italia viene atteso come Radio Londra che da notizia dell’arrivo delle bombe volanti V1 naziste. Un’atmosfera da rifugio psichico, una sostanziale Nevrosi da trauma che assomiglia a livello di massa al disturbo traumatico da stress diffuso in tempo di guerra, una patologia grave border-line che si diffonde a macchia d’olio. Gli esseri umani si guardano guardinghi, anzi, non guardano più, accecati dall’incessante proiezione dei loro fantasmi di morte e di rovina, si sentono in un perenne stato di allerta, sulla difensiva, in continuo pericolo, uno stato emotivo di ipervigilanza: marciamo davvero verso la “sindrome paranoide universale”?
Nel 2024 riceve il Premio Accademico d’Onore della Accademia Culturale Internazionale Cartagine 2.0.
Nel 2024 docente ad Almaty – Kazakhstan presso il workshop di psicoanalisi sul tema della violenza, promosso dall’Università di psicoanalisi di Mosca in collaborazione con l’Istituto svizzero di micropsicoanalisi.
Doctor Quirino Zangrilli was born in Fiuggi in 1955. Graduated with honours in Medicine and Surgery in 1980, he practices Psychoanalysis, with intensive method, since 1982. He is author of 72 scientific pubblications. He has attended as speaker or president of session to many national and international scientific Conventions. His book “La vita:involucro vuoto” (Life: empty involucre), published by Borla in 1993, has been in use by the Chair of Dynamic Psychology at Turin’s University since 1994. He is the author and founder of the multimedia review “Psicoanalisi e Scienza” (Psychoanalysis and Science), the most read Italian on line review of psychoanalysis. In 2012 he participated as a Speaker at the Scientific Festival of BergamoScienza. In 2013 he illustrated his research on the maternal-fetal interaction in the Special Session of the XI World Congress of Perinatal Medicine in Moscow with his relation “Intrauterine Imprinting”. He is visiting teacher at Moscow Institute of psychoanalysis and training psychoanalist of Swiss Institute of Micropsychoanalysis.
In 2024 he is a teacher in Almaty – Kazakhstan at the psychoanalysis workshop on the topic of violence, promoted by the Moscow University of Psychoanalysis in collaboration with the Swiss Institute of Micropsychoanalysis.
In 2024 he received the Honorary Academic Award of the Carthage 2.0 International Cultural Academy
Le Le Docteur Quirino Zangrilli est né à Fiuggi en 1955. Diplômé avec mention en Médecine et Chirurgie en 1980, il pratique la psychanalyse depuis 1982, en utilisant une technique intensive. Il est l’auteur de 72 livres et publications scientifiques. Il a participé en tant que conférencier ou président de session à de nombreuses conférences scientifiques nationales et internationales. Son livre “La vie : enveloppe vide”, publié par Borla en 1993, est adopté depuis 1994 par la Chaire de Psychologie Dynamique de l’Université de Turin. En 1994, il a reçu le “Prix national Ciociaria de médecine”. Il a conçu et fondé le magazine multimédia “Psicoanalisi e Scienza”, qui est le magazine de psychanalyse en ligne en italien le plus suivi au monde. (Source : Entireweb, Alexa, Google, Virgilio, Arianna., etc.). En 2012, il a participé en tant que conférencier à la colloque scientifique de BergamoScienza. En 2013, il a exposé ses études sur l’interaction materno-fœtale lors de la session spéciale du XIe Congrès mondial de médecine périnatale à Moscou avec le rapport “Intrauterine Imprinting”. Il est chargé d’enseignement au cours de spécialisation de trois ans en psychanalyse, psychothérapie psychanalytique et consultation psychanalytique à l’Université de Moscou. Il est membre didacticien de l’Institut Suisse de Micropsychanalyse et de la Commission pour la Pratique de celui-ci.
En 2024, il enseigne à Almaty – Kazakhstan à l’atelier de psychanalyse sur le thème de la violence, promu par l’Université de Psychanalyse de Moscou en collaboration avec l’Institut Suisse de Micropsychanalyse.
En 2024, il reçoit le Prix Académique Honoraire de l’Académie Culturelle Internationale Carthage 2.0.
В 2024 году является преподавателем в Алматы – Казахстан на семинаре по психоанализу на тему насилия, проводимом Московским университетом психоанализа в сотрудничестве со Швейцарским институтом микропсихоанализа.
В 2024 был награжден Почетной академической премией Академии Международной Культуры «Карфаген 2.0».