La paura di ciò che non si vede è divenuta quanto mai attuale nell’era del Coronavirus: un killer misterioso, che agisce in modo invisibile, che potresti avere ma non sai di avere.

La paura dell’invisibile la sperimentiamo da bambini quando abbiamo paura di mettere il piede fuori dalle coperte, o di varcare la porta rassicurante della nostra stanza, o quando volgevamo lo sguardo verso l’angolo buio. E’ la paura del babau, tanto più terrifico proprio perché informe. Può assumere tutti gli aspetti delle fantasie proiettive del bambino, siamo nel mondo dell’irrazionale, sulla soglia del preconscio, la porta che si apre verso il mondo caotico ed informe dell’Inconscio al momento dell’addormentamento.

la paura del contagio richiama anche la paura del toccare, il tabù del contatto, primariamente agente nelle fobie infantili ed in quelle degli adulti. Con una complicazione: l’oggetto fobico è impercettibile, incontrollabile: se ho una fobia dei cani posso adottare una condotta di evitamento che mi darà un transitorio sollievo, ma come fare per un persecutore indefinibile e sconosciuto? 

I media, i commenti sui social ci descrivono reazioni assolutamente irrazionali dettate dalla paura del contagio, d’altra parte ne erano già piene le pagine dei Promessi Sposi del Manzoni in relazione alla Peste: “Poco dopo, in questo e in quel paese, cominciarono ad ammalarsi, a morire, persone, famiglie, di mali violenti, strani, con segni sconosciuti alla più parte de’ viventi” (A.Manzoni, I Promessi Sposi, 1827) .

Sappiamo che alla base di certe fobie risieda l’attivazione di desideri inconsci di tipo incestuoso, che non venendo riconosciuti si spostano, nella forma reattiva-repulsiva su oggetti apparentemente innocui, animali, oggetti, situazioni quotidiane. Si comprende dunque come la necessaria quarantena che costringe all’isolamento interi nuclei familiari che non cessano certo di essere percorsi dalle loro spinte pulsionali, costituisce una sorta di pentola a pressione esplosiva di tali spinte incompatibili con l’Io.

Una delle sortite più frequenti è lo slittamento verso l’aggressività di cui assisteremo, una volta esaurite le energie di contenimento razionali egoiche, a possibili esplosioni parossistiche. Un ragionevole allentamento del confinamento domestico esercitato con totale rispetto delle regole di distanziamento di profilassi virale, sarebbe auspicabile.

© Quirino Zangrilli