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Estratto della Relazione presentata a Facendo Altro, Convegno CREATIVITÀ, ARTE DEL VIVERE, a cura di International Association for Art and Psychology” (IAAP), Sezione piemontese. Palazzo Barolo – Salone d’onore, 6 giugno 2019).

Testimonianze artistico-cliniche

Dopo qualche accenno generale al compendio trauma-resilienza e benessere, ci approcceremo ora alla possibilità di fluttuazione di immagini nello psichismo fino ad un loro avvicendamento. Ciò può riguardare tutti, rendendo la vita più libera e creativa. L’alternanza si snoda, per fluidità psichica, da immagini di traumi e conflitti ad alta vibrazione distruttiva ad immagini di temi personali e familiari, in quanto memorie onto e filogenetiche latenti, legate ad un’alleanza della pulsione di vita con quella creativa. Una volta uscite dalla latenza, queste tracce possono produrre nuove manifestazioni, quali sintonizzazione affettiva, adattamento, distensione, relazione, benessere. Vedremo allora come l’oscillazione della ripetizione distruttiva possa lasciare, qualche volta, il posto ad un fare costruttivo dove “l’energia vincolata” per dirla con Freud (1915-17) 1 , riletto da Nicola Peluffo (2011) 2 , si è trasformata in “energia liberata” che tenta un miglioramento psicobiologico e reale, individuale e collettivo. Partendo dai sommari, rimando ai miei due articoli su Artemisia e Charlotte, in Psicoanalisi e Scienza dove si può leggere con calma qualcosa in più del percorso umano-artistico di queste artiste.

  1. Artemisia Gentileschi: donna e artista in coerenza di manifestazione (Gariglio, 2012, pp. 41-50. Ampliato in PeS https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/3786/)

Sommario: “Il presente lavoro vorrebbe indicare, in un’ipotesi interpretativa, la vita di Artemisia come un ‘tentativo riuscito’ di un percorso esistenziale/artistico in cui si ravvisa un’avvenuta RICONCILIAZIONE tra tracce traumatiche e tracce più legate alla vita e alla creazione, ‘elaborate e ricombinatesi’. Alla fine, l’artista si integra nella donna, in buona coerenza, producendo soddisfazione e riuscita di cui rimane traccia eterna. Una artista da considerare, dunque, nella sua globalità di persona. La Mostra itinerante, il suo afflusso di visitatori e lo splendido catalogo lo testimoniano”.  Dunque, una realtà umana di sfaccettature conflittuali/traumatiche e di benessere 3 , fungenti da resilienza, in cui la “guarigione” (detto come metafora) della persona nell’artista può consistere in un’avvenuta riconciliazione con il dolore fisico (quello ad es. subito da Artemisia nel processo, con la “tortura dei sibilli che le stritolava le falangi”) e quello psichico dei lutti (madre, fratellini e figli) e dell’amarezza per la violazione di anima e corpo, acuita dalla scarsa comprensione paterna dell’evento traumatico e sue conseguenze anche sociali. Ne hanno parlato alcune presentazioni psicoanalitiche” 4 e certe rivendicazioni femministe dei nostri anni ’70 che vedono nell’artista la soddisfacente messa in scena del “trionfo sul nemico”, quando dipinge più volte “Giuditta che uccide Oloferne”. Oggi, grazie ai documenti scoperti, presenti nei Cataloghi delle Mostre, Vita e Arte di Artemisia testimoniano sia la capacità di amare e farsi aiutare, senza negare rivoli di sana aggressività e rabbia per i torti subiti (stupro e altro), sia il raggiungimento di un sano tendere ad auto-affermarsi, coltivando successo e stima. Tale consapevolezza impregna le sue molteplici “eroine bibliche”, come espressione di un femminile variegato. Per me, un’eterna riattualizzazione dell’immagine della Grande Madre, che appartiene all’esperienza collettiva. 

2. Charlotte Salomon. Un tentativo di oltrepassare una trama familiare di morte, nell’incontro con la distruttività dell’olocausto (Gariglio, 2013, pp. 44-53. Ampliato in PeS https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/3532/, parte prima)

Sommario: “Riflettendo sul ‘problema del mantenimento di un benessere raggiunto in analisi, nell’arte e nella vita di realtà’, ne è stata osservata la particolare difficoltà nelle ‘nevrosi di fallimento e di destino’, dettagliandolo in tre lavori 5 , uno dei quali è questo incontro con la storia di Charlotte Salomon, oggetto del presente articolo. Della giovane artista ebrea, uccisa ad Auschwitz, viene testimoniata la disattivazione di uno stato di sofferenza, con il raggiungimento di un certo grado di benessere, elaboratosi in arte ed estesosi alla vita: un ‘incipit di storia nuova’ rispetto a un filone familiare suicidario. Non ci è dato sapere se tale input vitale, psicobiologico, riscontrabile anche in altri familiari, avrebbe mantenuto, in Charlotte, la sua carica pulsionale, tipica di una ‘creatività benessere’ (cfr. seconda parte, https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/3618)”. In breve, Charlotte Salomon (Berlino, 16 aprile 1917 – Auschwitz, 10 ottobre 1943), tedesca di origini ebraiche, di famiglia benestante colta e raffinata, dipinge come tentativo di terapia per contrastare un’acuta depressione, di radice familiare: sette suicidi nel corso di tre generazioni, compresa madre, nonna e zia. Anche Charlotte soffre di gravi crisi depressive; Il medico curante, fungendo da tramite, invita Charlotte a far leva sulla sua attività pittorica. Ne nascono innumerevoli piccole guaches (1940-1942), dipinte con i tre colori primari accompagnati da testi e musiche appropriate: le tavole rappresentano un’autobiografia. Per il discorso che si sta facendo sulle tracce di benessere, quest’armonica integrazione di linguaggi artistici rimette in scena soprattutto dei momenti positivi della sua vita, testimoniata così dalla sua arte: ricordi reali di atmosfere di calda affettività cui la giovane artista si rivolge, cercando il conforto delle buone memorie… Forte di queste rievocazioni salutari, Charlotte può richiamarsi anche qualche trauma che infatti occhieggia nella produzione: il suicidio della madre, una cocente delusione d’amore, svastiche e persecuzioni… Dal punto di vista del processo di elaborazione ricombinativa, potremmo dire che tale pittura, condensando elementi traumatici e di buone memorie, abbia creato in Charlotte un benessere psicobiologico superiore, almeno in quel momento, al rischio di reiterazione (genealogica compulsiva) del suicidio. E la successiva gravidanza ci mostra che quel processo di trasformazione psicobiologica, ha infatti raggiunto l’intera sua persona, creando un tentativo che va nel senso di espressioni energetiche pulsionali vitali e creatrici. Tra il superamento della depressione, innamoramento gravidanza e morte (cfr. articolo), mi concedo quindi di evidenziare un iniziale vissuto di relativizzazione raggiunto da Charlotte di cui oggi, Storia e Pittura, non incluse nei testi di Storia dell’arte, sono finalmente coinvolgente testimonianza in un crescendo di interesse.

3. Studi e momenti controtransferali in Dipinti e Presentazione di DG (Torino, Palazzo Barolo |11/05-16/06/2019, Facendo Altro ( http://www.facendoaltro.it/2019/04/03/daniela-gariglio/ ).

Al termine dell’incontro al Convegno CREATIVITÀ, ARTE DEL VIVERE (IAAP, Palazzo Barolo, 6 giugno 2019, http://www.facendoaltro.it/eventi-iniziative/convegno-creativita-arte-del-vivere/ ), avevo accennato alle pitture esposte in Mostra (nella splendida grotterella assegnatami) e scelte nel senso di cui sopra: raggiungere una distensione soddisfacente, attraverso ciò che ho chiamato gioco di colore in movimenti creativi in analisi.

Gariglio

Per quanto mi riguarda, quando mi sono naturalmente appoggiata ad un’espressione pittorica, ho colto spesso qualche essenza in più dello studio (cfr. 2002, 2006) o di qualche situazione clinico-psicoanalitica che stavo trattando, in riferimento a qualche risvolto transferale-controtransferale (cfr. 2003-2006) 6 . In un esempio di teoria trattata in pittura: Vuoto-energia (DG 2002, olio su tela, 136X46), il conflitto base in micropsicoanalisi può anche essere letto come un impulso di trasformazione verso una sinergia, se vi abbiniamo la ripresa vitale apportata dalle risorse resilienti.

Gariglio

In Tourbillon (DG. 2003, olio su cartoncino, 45X35, cfr. link) e Continuum Tensione – distensione (DG. 2006, olio su tela, 50×30, cfr. link), nell’incontro inconscio transferale-controtransferale di seduta durante la gestione di due psicoanalisi, avevo evidenziato aspetti controtransferali e successivi movimenti di ricerca onto-filogenetica con successivi nuovi tentativi di vita diversi da parte dell’analizzato. Ne sorvolo in PeS e rimando agli Atti in uscita, IAAP.        

In Sinergie (DG 2006, olio su tela, 100×80, cfr. link), l’ibrido volante (in Gariglio, 2011, in collabor. con Pietro Rossi, archeologo, pp. 35-69, foto quadro p. 49) è frutto di un «processo di elaborazione ricombinativa» (cfr. p. prima). Ricordo che Luigi Cavalli Sforza (2010, p. 46) dà anche valore al “vigore degli ibridi”, al di là del conflitto, indubbio protagonista dei disturbi angoscianti. Nel quadro, la sinergia dell’ibrido risuona anche negli echi (residui) conflittuali-traumatici che incontra (vedasi parte centrale). Ciò immette dinamismo (ad es., il ghiaccio si scioglie e l’acqua va ad irrorare la terra da dove rinasce l’erba, come da parte finale del quadro). Di qui, il titolo del quadro, Sinergie che ha accompagnato la stesura della modellistica di Creatività benessere (2007) nell’ultimo anno. L’anno scorso, il quadro è stato scelto come illustrazione parziale di copertina per l’edizione russa del libro “Le basi della micropsicoanalisi” (2018). 7

  Gariglio

Forse stimolata da Facendo Altro (in corso), ispirandomi ad una fotografia (maggio, 2019) gentilmente concessami per la pubblicazione dall’Ing. Luigi Ippolito che propone fotografie originali, avevo realizzato questo dipinto: L’approdo al vuoto come risorsa creativa (DG giugno 2019, olio su tela).

Gariglio

      In chiusura dell’intervento, al convegno di cui sopra, avevo portato l’amplificazione di un dettaglio del dipinto in questione.  Lo lascio anche in PeS con l’augurio per tutti noi che, a qualche disattivazione di aggressività e creatività, distruttive e perverse, si liberi energia, vincolabile in serena affettività, da coltivarsi come benessere personale e relazionale in comunità solidali dove, inizialmente, sia protagonista almeno il rispetto, a cominciare da quello nei confronti della natura in un tentativo di equilibrio con l’essere umano.   8

Gariglio

(Dettaglio, DG 2019)                       

                                                               © Daniela Gariglio

Abstract

Questo lavoro, in due parti, collega la “creatività al benessere psicobiologico” (www.psicoanalisi.it/tag/benessere-psicobiologico) in quanto “disposizione naturale e universale di energia creatrice”, libera di esprimersi o bloccata da conflitti psichici. Nella seconda parte, tale studio psicoanalitico viene esemplificato attraverso la storia di Artemisia Gentileschi e Charlotte Salomon: due vite e vicende artistiche accomunabili dall’elaborazione di eventi traumatici, violenti e luttuosi e dall’attivazione naturale di risorse resilienti. In Artemisia, la riconciliazione con esperienze traumatiche, la mostra infine come donna appagata e artista affermata; in Charlotte (morta a soli 26 anni ad Auschwitz), la disattivazione di uno stato di sofferenza e il raggiungimento di un certo grado di benessere in campo artistico e nella vita, ne ha comunque tessuto un “incipit di storia nuova”, rispetto al filone familiare suicidario. In chiusura, viene presentato qualche quadro amatoriale, che va nel senso del sopraccitato studio sulla creatività e della rappresentazione di aspetti della relazione inconscia analitica, aspetti tratti dal campo professionale della relatrice. I quadri sono stati esposti nella Mostra Facendo altro (http://www.facendoaltro.it/) e spiegati nell’intervento al Convegno Creatività, arte del vivere  (http://www.facendoaltro.it/eventi-iniziative/convegno-creativita-arte-del-vivere/ ).

Bibliografia:

Cavalli Sforza L.L. (2010). La specie prepotente. Milano: Editrice San Raffaele.

Freud S. (1915-1917). “Caducità,” 1915-17. Opere vol. VIII. Torino: Boringhieri.

Freud (1915). “Lutto e melanconia “. Opere vol. VIII. Torino: Boringhieri.

Gariglio D. (2012). “Artemisia: donna e artista in coerenza di manifestazione”, Anamorphosis, a cura di Wilma Scategni, Stefano Cavalitto. Ananke, Anno 10, n. 10 (ampliato in Psicoanalisi e Scienza, PeS). 

Gariglio D. (2013). “La storia di Charlotte Salomon: un tentativo di oltrepassare una trama familiare di morte nell’incontro con la distruttività dell’Olocausto”, Anamorphosis, Anno 11, n. 11 (ampliato in PeS).

Gariglio D. (2013). “A proposito del mantenimento di un benessere”, PeS.

Gariglio D. Rossi P. (2011). “L’IBRIDO. Una collaborazione psicoanalitico-archeologica alla ricerca di approdi comuni», Anamorphosis, a cura di Wilma Scategni, Stefano Cavalitto, Anno 9, n. 9.

Gariglio D. e Strona P. P. (2016). “Dipinti e Musica in risonanza psicoanalitica e matematico-geometrica” 54° Convivivum, a cura di Rino Zangrilli, Annarita Alviani con la collabor. di Luca Zangrilli, grafico web designer.   

Ippolito L. P. (2019). BEYND THE HEDGE, Mostra fotografica, Galleria Ferroglio, Areaimmagine, Via Tripoli n. 192.

Lavandière M. (2016): CHARLOTTE SALOMON Vie? ou Théatre? Nice: Musée Massena.

Magherini G. (2002). “Artemisia Gentileschi nostra contemporanea. Le auto rappresentazioni di una donna del XVII secolo”. In: Berti L., Magherini G., e Toraldo di Francia M., a cura di International Association for Art and Psycology (IAAP), gruppo di studio interdisciplinare. 

Peluffo N. (2011) “Libido e caducità”, PeS.

Signorelli A. (2011). Artemisia. La passione per la riuscita. Milano: Ed. Odon.

Solinas F. e Contini R. (2011) (a cura di). ARTEMISIA GENTILESCHI. Storia di una passione. Catalogo Mostra Palazzo Reale. Milano: 24 Ore Cultura (cfr. J. W. Mann, A. G. nella Roma di Orazio e dei Caravaggeschi:1608-1612).

Strona P. P. (2016). “Elementi geometrici nei linguaggi della musica e delle arti plastiche e figurative”, PeS.

note:

1 Freud, in “Caducità” (1915, Opere, 8, 1915-1917, pag. 173-176), riprendendo a parlare del lutto della guerra e della morte disquisendo dell’energia che, finalmente disincagliatasi dal lutto può spostarsi: “(…) una volta portato a termine il Lavoro del lutto,  l’Io ridiventa in effetti libero e disinibito.” (“Lutto e melanconia”, 1915, Opere 8, p.104), riflette sul senso della “precarietà”. E scrive (1915, pag. 174-176): “(…) Noi reputiamo di possedere una certa quantità di capacità d’amare, che chiamiamo libido, la quale agli inizi dello sviluppo è rivolta al nostro stesso Io. (…) il lutto, per doloroso che sia, si estingue spontaneamente. (…) allora la nostra libido è di nuovo libera (…) di rimpiazzare gli oggetti perduti con nuovi oggetti, se possibile altrettanto o più preziosi ancora.”.

2 In “Libido e Caducità” (PeS, 2011 https://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/4958/), Nicola Peluffo, riconsiderando il “pensiero della caducità come perturbante”, fa riferimento al “vero significato, per Freud, della necessità della scomparsa degli oggetti.”  E scrive: “Penso che il Maestro intenda dire che, se gli oggetti non perissero, la libido non sarebbe mai libera, e al mondo, per il soggetto, non esisterebbe mai nulla di nuovo…”.

3 Da Gariglio (2010a cit. in prima parte): “(…) La pittura di Artemisia mostra come l’alta vibrazione delle tracce conflittuali e traumatiche ostacoli il riaffiorare del benessere…”. Lì, ignoravo nuovi documenti e Catalogo (2011), trovati alla Mostra di Milano.

4 Ad es. nella ricostruzione psicoanalitica di Graziella Magherini (2002), la perdita precoce della madre e uno stupro giovanile traspaiono nella pittura come tentativo di scaricare la tensione della «castrazione primaria» e della rabbia. (p. 42) (…) eternizzando il conflitto «scissione-integrazione» (p. 49). Nel mio articolo (2012) ipotizzo che alcune tracce di benessere, personali e familiari, abbiano funto da contraltare alla riedizione degli aspetti traumatici, fissatisi nell’“l’esigenza di vendetta” (Mann 2011, p. 58).

5 Occupandomi di “tracce di benessere e resilienza”, ho evidenziato più volte il problema del mantenimento di una creatività benessere raggiunta nel lavoro psicoanalitico. Segnalo tre lavori più clinici: 1. (2012), “Dal non tempo della fissazione al tempo reale vitale e creativo: possibilità di evoluzioni cliniche”, Convegno SIM-IIM Il tempo e l’inconscio, VI Ed. Settimana Internazionale della Ricerca La coscienza del tempo. Atti previsti, a cura di Luigi Baldari; 2. (2013 in due parti) “A proposito del mantenimento di un benessere” https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/3136/ , 3. (2013) Come completamento della storia di Charlotte Salomon, https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/3618/). Ho anche indicato (2014 https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/5930/) un’area specifica di approfondimento in “Creatività come benessere psicobiologico  nella formazione psicoanalitica”. 

6 Al 54° (Fiuggi 2016) Convivium , è stato presentato, in questo senso, un insieme di quadri-musica (Gariglio, Strona, “Pittura e musica in risonanza psicoanalitica e matematico-geometrica)”; la musica è stata scelta dall’Ing. P. Paolo Strona, musicista (G. I. Gurdjieff, 1872? – 1949, T. De Hartmann,1886 – 1956, Kurd Shepherd Melody; (cfr. Strona: “Elementi geometrici nei linguaggi della musica e delle arti plastiche e figurative”, https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/7260/).

7 Manuale presentato (11.02. 2019, Università di Psicoanalisi di Mosca) da Nina Asanova, Preside del corso di Specializzazione in Psicoanalisi e Psicoterapia psicoanalitica e Bruna Marzi, responsabile IIM del Modulo “micropsicoanalisi: teoria e tecnica”.                                                                                                                                                      

8 Nota aggiunta, in questo periodo di pandemia. Rimando all’affascinante libro di David Quammen “SPILLOVER . L’evoluzione delle Pandemie. Tr. Luigi Civalleri, Adelphi (2012) che descrive come “un patogeno” faccia “il salto da un animale ad un essere umano”, radicandosi “nel nuovo organismo come agente infettante, in grado talvolta di causare malattia o morte” (p. 3)”. E se penso all’inconscio, me lo rappresento allora come un serbatoio di tutto ciò, anche dei segreti della promiscuità tra specie, nel gioco di questo ininterrotto inesprimibile sottaciuto incontro-scontro, che crea un ibrido, con morti e/o sopravvivenze e della memoria di tutte queste fatiche e tentativi di adattamento che ci accomunano alla natura.

Parole chiave: fluidità psichica, traccia di benessere, elaborazione ricombinativa, resilienza