“Una nuova fattispecie di reato per un problema antico come il mondo.
Cosa s’avverte sentendo storie di corteggiatori fastidiosi e insistenti oltre ogni ragionevole rifiuto? Di amori finiti senza rassegnazione?
Uno stupore come di ricordi d’altri tempi, ma anche di vicende senza tempo di cui il mito e la letteratura sono pieni: Don Rodrigo che rapisce la Lucia manzoniana e la tiene prigioniera a scopo di lussuria è storia nota a tutti quelli che l’hanno letta a scuola.
Oggi Don Rodrigo sarebbe uno stalker, un persecutore, uno che fa le poste a una donna per carpirne il consenso, che si muove con i mezzi dell’epoca, mandando i suoi caporali a fare intimidazioni nell’ambiente di vita della vittima e infine la rapisce.
Il reato di stalking, che il decreto legge 11/09 ha introdotto nel nostro ordinamento, stigmatizza quelle molestie assillanti ai danni di una persona oggetto di un investimento ideo-affettivo basato sull’esistenza reale o immaginaria di una relazione sentimentale.”
“Normalmente le relazioni amorose nascono da un’attrazione fisica, intellettuale, o da affinità elettive. Possono sbocciare da una infatuazione improvvisa o da una precedente amicizia. Talvolta si trasformano in innamoramento e successivamente in amore, rispetto reciproco, supporto, sostegno, fino ad arrivare ad un progetto di vita in comune.
Talvolta le relazioni finiscono, alcune durano tutta una vita, altre hanno le caratteristiche di un incendio che brucia l’anima. Talune sono devastanti e disfunzionali o sembrano essere un’ossessione. Un’ossessione infinita da cui non ci si riesce a liberare. La persona lasciata può diventare persecutoria non accettando la fine della relazione, fino ad adottare comportamenti molesti, mettendo in atto minacce ricatti, appostamenti: lo stalking. Uno dei due sente il bisogno di proseguire in altra direzione ma l’altro non riesce a lasciarlo andare. Si sente dilaniato dalla separazione, dal rifiuto.
Si innescano allora copioni distruttivi in la coppia entra in un circuito nevrotico da cui sembra non riuscire ad uscire. La persona che vorrebbe andare via si sente sopraffatta da richieste, suppliche, alternate a minacce e insulti; oscilla tra i sensi di colpa e la rabbia per non riuscire a liberarsi. Vorrebbe riacquistare la libertà e riappropriarsi di spazi individuali. Ma l’altro non accetta di essere lasciato. Cerca così di vincere una guerra che non ha nulla a che vedere con l’amore ma con “hybris”, l’arroganza di chi vuole vincere a tutti i costi, di chi non può permettersi di riceve un rifiuto. Ego ferito, orgoglio, non sapere tollerare la frustrazione trasformano il partner abbandonato in una vittima lagnosa e violenta. E il risultato ottenuto sarà l’esatto contrario: invece di amore otterrà ancora maggior rifiuto.”
(da “Stalking”, di Salvatore Merra e Gioia Marzi. Sovera Editore).