a cura di Luigi Baldari

dalla INTRODUZIONE di Luigi Baldari:

La solitudine è un tema centrale dell’esistenza umana. Eppure Freud lo aveva trattato solo di sfuggita e gli altri psicoanalisti della sua epoca lo avevano pressoché ignorato.

Gli studi sulla solitudine si sono altresì moltiplicati dopo la pubblicazione del saggio  On loneliness di Frieda Fromm-Reichmann 1. Per la piccola, tonda terapista scambiata per una governante da una sua paziente 2, una persona sola era lo spettacolo più terribile al mondo. Era inoltre convinta che la solitudine fosse la radice di quasi tutte le malattie mentali e che nessun paziente fosse troppo malato per venire curato con la fiducia e l’intimità.

 Negli stessi anni, Melanie Klein 3 e Donald Winnicott 4 definivano il senso di solitudine e la sua origine psichica. Per la Klein il senso di solitudine nasce dalla perdita di uno stato interiore di perfetta intesa con la madre, mentre per Winnicott deriva da un difetto nell’esperienza di essere stato solo in presenza di un altro significativo.

L’origine della solitudine è anche al centro dell’interesse di Silvio Fanti 5. Per lui, dal punto di vista psicobiologico, la solitudine inizia dalla fecondazione, sinonimo di separazione definitiva e modello delle separazioni successive.

A trent’anni dalla pubblicazione del suo articolo Nous sommes seuls, in occasione del quarantennale della fondazione della Società Internazionale di Micropsicoanalisi, numerosi micropsicoanalisti si sono riuniti, come ormai tradizione, a Capo d’Orlando per approfondire l’argomento e confrontarsi con studiosi di altre discipline: antropologi, ginecologi, psichiatri, scrittori. Il presente volume raccoglie i loro contributi.

Note:

1 Fromm-Reichmann F. (1959). On loneliness. Psychoanalysis and Psychoterapy. Chicago: University of Chicago Press. Tr. it. Sulla solitudine. Psicoanalisi e psicoterapia. Milano: Feltrinelli, 1964.  torna su!

2 Joanne Greenberg, una ragazza profondamente disturbata ricoverata a 16 anni al Chestnut Lodge con diagnosi di schizofrenia. Joanne racconta il dramma della malattia e l’incontro con la cura nel romanzo autobiografico I never promised you a rose garden (1964). «Non ti ho mai promesso un giardino di rose», ricorda la «dottoressa Fried» alla giovanissima paziente durante la psicoterapia, un percorso duro e doloroso, segnato da ricadute, ma l’unico in grado di permetterle di acquisire lentamente la consapevolezza di sé e del reale.  torna su!

3 Klein M. (1959). Sul senso di solitudine. Tr. it. Il nostro mondo adulto. Firenze: Martinelli, 1974.  torna su!

4 Winnicott D.W. (1958). The Capacity to be Alone. Int. J. Psycho-Anal., 39. Tr. it. Sviluppo affettivo e ambiente. Roma: Armando Editore, 1970.  torna su!

5 Fanti S., con la collaborazione di Codoni P. e Lysek D. (1983). Nous sommes seuls. Le Temps stratégique, n.6, Ginevra. Tr. it. Sulla solitudine. Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, n.23. Torino: Tirrenia Stampatori, 1997.  torna su!

Indice dell’Opera

solitudineA proposito dell’articolo di Silvio Fanti e Collaboratori “Sulla Solitudine” Daniel Lysek

Possibili destini della solitudine, tra somatizzazione e creatività Daniel Lysek

Ocnofili o Filobati: amanti della vicinanza o della distanza? Luigi Baldari

Gravidanza e solitudine: implicazioni psicobiologiche Bruna Marzi, Ulrich Honemeyer

Un’affollata solitudine: dimensioni del vuoto nella civiltà tecnologica Daniele La Barbera, Rachele Sartorio

Sulla solitudine Emmanuel Anati

La solitudine tra spazio fisico e spazio della mente Maurizio Guarneri, Gaetano Pitti

The dialogue with the Death as procedure to overcome the existential crisis Marina Ivashkina

Le vuote stanze della solitudine Mauro Maldonato

La solitudine tra vissuti di separazione e loro elaborazione Manuela Tartari

La nascita del sentimento di solitudine Daniela Marenco

Solitudine e nevrosi ossessiva Daniela Vigna

La solitudine nella dimensione sociale Ambrogio Zaia

Solitudine e “sicilitudine” Giuseppe Ruggeri

Essere Soli Sandro Rodighiero

Solitudine, elaborazione dell’inesprimibile genealogico e creatività. Una conferma in: Mak Guérout e gli schiavi sopravvissuti a Tromelin Daniela Gariglio

Solitudine e cinismo Maria Gemma Vigna