Il lungo fidanzamento tra Sigmund Freud e Martha Bernays durato quattro anni e tre mesi, di cui tre in cui rimasero separati , ha dato corpo ad una raccolta epistolare costituita da ben novecento lettere. La lettura della voluminosa raccolta fu consentita ad Ernest Jones verso la fine del 1951 dopo la morte di Freud. Lo studio del carteggio offrì l’opportunità di poter consultare un vero e proprio diario personale, perché Freud soleva descrivere, ad esempio, la sua attività clinica, il rapporto con i colleghi, senza trascurare le aspettative e le delusioni legate al proprio lavoro. I due futuri coniugi si incontrarono in casa della famiglia di Freud: questi, rincasando, rimase talmente colpito dalla presenza di Martha, da indurlo ad intrattenersi con i suoi familiari, in presenza della giovane donna, contrariamente a quanto era solito fare. Da quel giorno le inviò quotidianamente una rosa rossa accompagnata da un biglietto da visita, dove si dilettava a scrivere un motto in latino, in spagnolo, in tedesco o in inglese. L’interesse di entrambi divenne esplicito quando Martha inviò a Freud un dolce, dopo aver avuto in dono una copia del libro “David Copperfield” di Charles Dickens. A questo fece seguito una lettera dove Freud le esprimeva il suo grande amore e della quale vorrei citare un piccolo passo:”…Mi permetterò di dire una cosa sola: l’ultima volta che ci vedremo mi piacerebbe rivolgermi a colei che amo, che adoro con il “tu” ed avere la conferma di una relazione che forse dovrà essere ammantata di segreto per molto tempo…”
1 . Parole profetiche poiché Martha partì subito dopo per Wandesbek, un sobborgo di Amburgo, per trascorrere le vacanze presso uno zio. Allontanamento che le venne imposto dalla madre, poiché non condivideva il legame tra i due in ragione delle difficoltà economiche in cui versava Freud e per le diverse vedute in ambito religioso. E’ opportuno considerare che Martha Bernays proveniva da una famiglia di rigida cultura ebraica: il padre, Berman Bernays, era un commerciante che decise di lasciare Amburgo per ricoprire l’incarico di segretario presso un noto commercialista di Vienna. La sua morte fu improvvisa: venne colpito da un infarto mentre si trovava in strada. Dopo tale accadimento, Eli Bernays, fratello di Martha, si occupò attivamente della madre e delle due sorelle, non trascurando la famiglia della moglie, Anna Freud, sorella di Sigmund Freud. La separazione imposta, fu molto dolorosa per entrambi, anche perché anticipò quella definitiva, nella stessa Amburgo; tale imposizione inasprì i rapporti tra Freud e quasi tutti i familiari della futura moglie.
Tra gli amici di Freud possiamo distinguere due gruppi: quelli conosciuti nel corso dell’attività professionale, in prevalenza più anziani di lui, ed un piccolo gruppo della sua età. Quest’ultimi costituivano quella che loro stessi amavano definire la Bund (l’Unione) e solevano riunirsi, una volta a settimana, nel caffè di Kurzweil per chiacchierare, giocare a carte o a scacchi. Tra i più noti del gruppo dei più giovani ricordiamo: Eli Bernays, Ignaz Schönberg ed i tre fratelli Fritz, Richard e Emil Wahle. Gli amici di età intermedia erano: Heitler, Herzig, Josef Paneth e Breuer. Freud frequentava abitualmente la casa di Breuer: fu infatti, in onore della moglie dell’amico, che chiamò la primogenita Mathilde. Oltre che geloso, Freud si mostrò sempre enormemente preoccupato della salute di Martha; quando, per esempio, nel 1885, venne a sapere che non stava bene le scriverà: ”Mi ricordo di me stesso nel vero senso della parola, quando sono preoccupato per te. Perdo improvvisamente il senso della misura, e ogni tanto mi assale una tremenda paura che ti ammali. Mi sento così turbato che non riesco a scrivere di più.” Il giorno seguente, dopo aver ricevuto una cartolina da lei scrisse: ”Dunque mi sono completamente sbagliato nell’immaginare che tu fossi malata. Sono stato proprio un pazzo…Quando si è innamorati si diventa veramente pazzi” 2
Dopo il lungo fidanzamento dovettero occuparsi del loro matrimonio. Freud detestava le cerimonie religiose ed avrebbe voluto un rito civile, ma poiché in Austria non avrebbe avuto alcun valore legale, decisero anche per la cerimonia ebraica, che fu fissata in un giorno feriale in casa della madre di Martha. Mentre il matrimonio civile ebbe luogo il 13 settembre 1886 nel Municipio di Wandesbek, Freud trascorse le notti del 12 e del 13 settembre in casa dello zio Elias Philipp, cui spettava il compito di guidarlo nella preghiera ebraica che avrebbe dovuto recitare il giorno seguente. Partirono, subito dopo la cerimonia religiosa, per il viaggio di nozze diretti a Lubecca e dopo un paio di giorni si trasferirono a Travemünde, nello Holstein, sulle rive del Baltico Durante il viaggio di ritorno si fermarono un poco a Berlino, Dresda e a Brünn.
Seguiamo ora gli spostamenti di residenza, evenienza sempre delicata nella vita di ognuno, che Freud effettuò nel corso della sua esistenza. Aveva iniziato a praticare la professione medica al numero 7 della Rathausstrasse, il miglior quartiere di professionisti di Vienna, facendo pubblicare il seguente avviso sui quotidiani e periodici di medicina: “Il dott. Sigmund Freud, docente di neuropatologia nell’Università di Vienna, è tornato da un soggiorno di sei mesi a Parigi, e risiede ora nella Rathausstrasse 7.” Con il matrimonio dovette cambiare domicilio, e con il consenso di Martha, si trasferirono in un appartamento di recente costruzione, situato sul luogo stesso del distrutto Ringtheater, ove, a causa di un incendio, avevano perso la vita più di seicento persone. In questa occasione Freud volle essere sicuro di non urtare la sensibilità della consorte prospettandole una vita coniugale in un luogo colpito da una simile tragedia; d’altra parte, solo l’aura di timore superstizioso che avvolgeva il nuovo complesso edilizio, aveva determinato una valutazione ben più alla portata dei mezzi economici ristretti di cui godeva il giovane medico. Mathilde, primogenita di Freud, fu il primo bambino a nascere nel casamento, il 16 ottobre 1887, e l’imperatore inviò il suo aiutante di campo a consegnare personalmente a Freud un’amabile lettera di congratulazioni per la nascita di una nuova vita, nel luogo in cui tante ne erano andate perdute. in quello stesso appartamento nacquero Jean Martin, così chiamato in onore di Charcot, e Oliver in onore di Cromwell.
Pertanto, le esigenze di maggior spazio si fecero pressanti e la famiglia Freud si trasferì al famoso numero 19 della Bergasse. Qui vissero per quarantasette anni e qui nacquero altri tre figli. Dopo la nascita del sesto figlio, entrò a far parte della famiglia anche la sorella nubile di Martha, Minna Bernays, fino alla sua morte.
Concluderei con alcune descrizioni che Freud dette di se stesso e della sua vita, poiché esprimono il suo desiderio, non tanto di ottenere la notorietà, quanto un riconoscimento scientifico della fondatezza delle proprie scoperte. Nel compiere le ricerche di anatomia scrisse:” Non trovo affatto facile attirare l’attenzione del mondo, perché esso ha la pelle spessa e l’orecchio duro.” E ancora: ”Non sono stato veramente ambizioso. Ho cercato nella scienza la soddisfazione che offrono la ricerca e il momento della scoperta, ma non sono mai stato uno di quelli che non sopportano l’idea di esser portati via dalla morte senza aver lasciato il loro nome scolpito sulla pietra.” Infine: “ La mia ambizione sarà soddisfatta se imparerò a capire qualcosa del mondo nel corso di una lunga vita”. 3
© Rossana Ceccarelli
Note:
1 – Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962 .
2 – Ernest Jones, op.cit.
3 – Ernest Jones, op.cit.
La Dott.sa Rossana Ceccarelli è nata a Sora (FR) nel 1963. Testista Rorschach e psicoterapeuta di formazione micropsicoanalitica ha lavorato in un day Hospital psichiatrico dal 91 al 92 e quindi nel Servizio di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di Frosinone. Ha svolto attività di ricerca dedicandosi in particolare allo studio psicodiagnostico di pazienti affetti da psoriasi e vitiligine e di pazienti sottoposti ad emodialisi.
Ha pubblicato lo studio “Day Hospital psichiatrico: l’intervento psicologico” sul Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi.
La Dott.ssa Rossana Ceccarelli si è spenta in Fiuggi il 18 settembre 2010.