La ricerca di una abitazione confortevole per le vacanze estive era per Freud una abitudine consolidata. La situazione che gli offrì la possibilità di riposare e lavorare durante la permanenza estiva con la famiglia, fu costituita dalla villa ubicata alla periferia di Vienna, a Pötzleinsdorf, al numero 6 della Klevenhüllerstrasse. Nel 1932 venne affittata dal mese di maggio ad ottobre impegnando la famiglia in un vero e proprio trasloco, poiché Freud amava essere circondato da tutti i suoi oggetti cari e dai numerosi libri. Alla fine di aprile Martha Freud e Paula cominciarono i preparativi: l’operoso tramestio si diffondeva nella casa. La prima si occupava di riporre la biancheria da letto e quella da tavola di cui avrebbe dovuto disporre per accogliere gli ospiti, mentre la domestica effettuava l’imballaggio di tutti quei pezzi da collezione che Freud prediligeva. La villa risaliva ai primi decenni del diciannovesimo secolo, dotata di grandi finestre e di verande con vetrate, si presentava molto luminosa: lo studio affacciava direttamente sul giardino.

Essendo Freud un grande camminatore ed appassionato della raccolta di funghi, apprezzò la vicinanza dell’abitazione al parco di Pötzleinsdorf con il bosco viennese: con la figlia Anna al suo fianco e Paula che li seguiva con un cestino, si dedicava a questa passione con spensieratezza.
Era Paula che abitualmente accoglieva i numerosi visitatori che frequentarono la casa, come del resto accadeva a Vienna al numero 19 della Bergasse quando, agli inizi degli anni trenta, Freud raggiunse la massima notorietà.
Concluderò questa breve nota citando, tra coloro che ebbero l’opportunità di frequentare la casa di villeggiatura, le due persone che consentirono a Freud, alla moglie, alla figlia Anna e alla domestica, di lasciare Vienna durante l’occupazione dei nazisti: la Principessa Marie Bonaparte ed Ernest Jones.
La Principessa era la discendente diretta di Lucien, fratello di Napoleone, nonché consorte del principe Giorgio di Grecia, fratello del re Giorgio: fu lei ad ospitare la famiglia Freud nella sua abitazione di Parigi dove vennero accolti anche da Jones che li accompagnò fino a Londra, ultima dimora.
Dalla descrizione che ne fece Paula era una donna di robusta costituzione, con un naso adunco e con un’innata eleganza. Vestiva sempre in modo raffinato e mostrava una tale disinvoltura nel rapporti interpersonali, da far nascere nella domestica un affetto così profondo nei suoi confronti, che la portò a conservare gelosamente una sua fotografia.
In occasione della visita di Jones con la moglie ed il figlio Mervyn, appassionato di storia, Freud condividerà con lui il suo interesse per i suoi oggetti da collezione. Dopo avergli regalato un piccolo guerriero etrusco prospettò a Jones la possibilità che in futuro potesse occuparsi di archeologia, invece il ragazzo divenne uno scrittore e conserverà sulla sua scrivania tutti i regali che Freud puntualmente gli avrebbe donato in occasione della Pasqua.
Nei tre anni successivi, fintanto che la salute lo consentirà, subito dopo la Pasqua Freud con la famiglia si trasferirà a Pötzleinsdorf, aprendo la sua casa ad amici e clienti.

© Rossana Ceccarelli