Sommario
Gli aforismi del Maestro Sigmund Freud
Antisemitismo
I motivi più profondi dell’odio per gli Ebrei sono radicati nel passato più remoto, agiscono dall’inconscio dei popoli, e non c’è da stupirsi che sulle prime appaiano incredibili. Arrischio l’affermazione che la gelosia per il popolo che si è spacciato per il figlio primogenito e preferito del Padre divino ancor oggi non è stata superata dagli altri popoli, quasi avessero prestato fede a questa pretesa. Inoltre uno dei costumi per cui gli Ebrei si distinguono, quello della circoncisione, ha fatto un’impressione sgradevole e inquietante, che si spiega facilmente col suo richiamo alla temuta evirazione e, pertanto, riguarda qualcosa da dimenticare, appartenente al passato primordiale. E infine l’ultimo motivo: non dimentichiamoci che tutti questi popoli che oggi hanno il primato dell’odio per gli Ebrei sono diventati cristiani solo in epoca storica tarda, spesso spinti da sanguinosa coercizione. Si potrebbe dire che sono tutti “battezzati male” e che sotto una sottile verniciatura di cristianesimo sono rimasti quello che erano i loro antenati, che professavano un barbaro politeismo. Non hanno superato il loro rancore contro la nuova religione che è stata loro imposta, ma l’hanno spostato sulla fonte donde il cristianesimo è loro pervenuto. Il fatto che i Vangeli narrano una storia che si svolge tra Ebrei e tratta propriamente solo di Ebrei ha facilitato questo spostamento. Il loro odio per gli Ebrei è al fondo odio per i cristiani, e non vi è di che meravigliarsi se nella rivoluzione nazionalsocialista tedesca questa intima relazione tra le due religioni monoteistiche trova così chiara espressione nel trattamento ostile a entrambe.
S. Freud, L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi, 1934-38
Antisemitismo in Inghilterra
Londra N.W. 3, Maresfield Gardens 20,
16 novembre 1938
Al direttore di “Time and Tide”.
A quattro anni giunsi a Vienna da una piccola città della Moravia. Dopo settantotto anni di duro lavoro ho dovuto lasciare la mia patria, ho visto dissolta la società scientifica da me fondata, distrutti i nostri istituti, confiscata la casa editrice dagli invasori, sequestrati o mandati al macero i libri da me pubblicati, i miei figli esclusi dalle loro professioni. Non crede che dovrebbe riservare le pagine del Suo numero speciale a dichiarazioni di non ebrei che sono coinvolti meno personalmente di me?
In questa occasione mi viene in mente un vecchio proverbio francese:
Le bruit est pour le fat,
La plainte est pour le sot;
L’honnête homme trompé
S’en va et ne dit mot.
Il passo della Sua lettera, nel quale Ella costata un “certo aumento dell’antisemitismo perfino in questo paese”, mi ha colpito profondamente. Le attuali persecuzioni non dovrebbero piuttosto suscitare un’ondata di compassione in questo paese?
Con la massima considerazione
Suo Sigm. Freud
(Questa lettera, scritta in inglese, sull’antisemitismo in Inghilterra (Antisemitism in England) fu spedita da Freud il 16 novembre 1938 a Lady Rhondda, che dirigeva “Time and Tide” e che aveva chiesto a Freud un contributo per un numero speciale sull’antisemitismo. La lettera fu pubblicata su “Time and Tide”, sotto il titolo A Letter from Freud, il 26 novembre 1938, p. 1649. La traduzione italiana è di Mazzino Montinari).
Il complesso di evirazione è la più profonda radice inconscia dell’antisemitismo, giacché fin da piccolo il bambino sente dire che l’ebreo subisce un taglio al pene (un’amputazione del pene, interpreta il bambino), e ciò gli dà il diritto di disprezzarlo. Anche il senso di superiorità nei confronti della donna ha la stessa profonda radice inconscia. Il Weininger, questo giovane filosofo tanto dotato quanto sessualmente disturbato, che dopo aver scritto il notevole libro Sesso e carattere [1903] pose fine ai suoi giorni col suicidio, in un noto capitolo accomuna donne ed ebrei nella stessa avversione e li ricopre con le stesse ingiurie. Il nevrotico Weininger è completamente in balia dei complessi infantili, rispetto ai quali donne ed ebrei hanno in comune di trovarsi in relazione col complesso di evirazione.
S. Freud, Nota 431 in “Analisi della fobia di un bambino di cinque anni (Caso clinico del piccolo Hans)”